27 Feb Al “Tunnel”
Stagionale, di anni sedici, con tanta voglia di guadagnare qualche spicciolo fra un anno scolastico e l’altro, alto e robusto quanto basta per la fabbrica; così mio padre mi invitò, si fa per dire, a chiedere di essere assunto alla Tanara nel periodo estivo, e così fu.
Era la mia prima esperienza di fabbrica, di fabbrica vera, con linee automatiche di produzione, capireparto, turni (non di notte perché ero minorenne), cartellino.
Cosa ricordo soprattutto di quel breve periodo di lavoro stagionale? Rammento soprattutto le lunghe giornate trascorse davanti al così detto “tunnel”, antro dal quale provenivano nebbie glaciali sul mio dorso che servivano a raffreddare il gelato appena prodotto dalle macchine automatiche, galleria che ingoiava quintali e quintali di coni, scatole di gelato mantecato ed altri prodotti destinati allo stoccaggio. Io, studentello al “primo pelo”, ero lì per sette ore e cinquanta minuti a prelevare i prodotti da “padelle” che in continuazione mi venivano incontro, provenienti dalla produzione, senza mai un attimo di sosta e che dovevo svuotare.
Alcuni momenti di crisi si presentavano soprattutto quando il tunnel era intasato, cioè allorchè non riusciva ad assorbire la produzione; ecco la corsa dei responsabili della produzione, con il loro grembiule blu, che cercavano di porre rimedio alla situazione, mentre io cercavo di depositare i gelati al meglio.
Quando era possibile, finalmente la sosta di dieci minuti negli spogliatoi per rifocillarsi un poco e mangiare un robusto panino che mia mamma mi confezionava prima di partire da casa.
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