Correre è bello

Correre è bello

Correvano gli anni ’70 e senza sapere come e perché a moltissime persone di ogni ceto, età e sesso prese improvvisamente la voglia di correre. Di domenica in domenica il grigio asfalto delle strade o i polverosi  sentieri sterrati  si tingevano  di macchie di colore in movimento. Forrest Gump non era ancora apparso sui nostri schermi e la sua famosa corsa attraverso l’America era ancora nascosta nella mente del regista, ma da noi, nella nostra città e in quasi tutti i paesi della provincia, ogni fine settimana si aveva un obbligo: la marcialonga!

Per raggiungere il posto di partenza e per essere presenti allo “start” ci si doveva alzare alle 7… di domenica mattina! E dopo una colossale sudata, con le gambe dure, con il fiatone e con nell’intimo sempre la stessa domanda “ma chi me l’ha fatto fare?” ci si radunava davanti al palco delle premiazioni, con la speranza di vincere una coppa.

Eh, sì, vincere una coppa. Ma chi la prendeva la coppa piu’ bella, quella piu’ grande, quella piu’ colorata? Non certo chi arrivava primo, perché erano marce non competitive. E allora chi? Ma il gruppo piu’ numeroso, ovviamente! Fu così che ai primi, ma pochi, intrepidi nostri colleghi partecipanti alle marcelonghe venne l’idea di formare un gruppo di marciatori all’interno dell’Azienda. Prima gli aderenti si potevano contare sulle dita di una mano, poi  con l’insistenza  piu’ o meno pressante di chi cercava di convincere i piu’ riluttanti o i piu’ indecisi, il gruppo  aumentò di volta in volta e di conseguenza vennero anche i risultati: tante coppe portate  nella bacheca dell’azienda! Col passare dei mesi si presentò poi il “problema” relativo alla bacheca che ormai non bastava piu’ dato il grande numero di coppe vinte. Problema risolto con la distribuzione dei trofei durante una cena organizzata a fine stagione, alla quale, inutile dirlo, non mancava nessuno e durante la quale si faceva il resoconto della stagione appena conclusa.

Era diventata quasi una moda, non c’era più bisogno di andare a “rompere” i colleghi durante la settimana: si era formato un gruppo, un bel gruppo di persone sempre presenti ogni domenica mattina, in qualunque posto, con qualsiasi tempo. Tutti contenti di correre o semplicemente di camminare attraverso campi, sentieri, argini e stradine sconosciute. Tutti con la nostra bella divisa in un primo tempo di colore azzurro coi bordi bianchi (canottiera e calzoncini). A proposito di calzoncini, in questi anni si usavano quelli di raso, molto sgambati  e con lo spacco ai lati: una delizia  vederli  indossati dalle nostre colleghe. Anche  questo spiega il perché di certi piazzamenti strategici di alcuni nostri colleghi maschietti durante le marce, mai in prima fila.

Dopo qualche tempo, al nostro gruppo venne la voglia di provare a organizzare  una marcialonga, grazie all’entusiasmo del Presidente Luigi Bazzini e da un gruppo di pionieri: Domenico Del Bono. Pietro Ponghellini. William Parenti Mario Grassani.

Così ci fu chi cercò il percorso, individuato  poi nei pressi della fattoria di Vigheffio e tracciato personalmente da Domenico Del Bono con grande  esperienza e capacità, chi si diede da fare per trovare  i materiali per segnalare il tracciato, chi procuro’ gli alimenti per i ristori, chi si offrì per la sicureza agli incroci, chi invento’ il nome da dare alla nuova manifestazione. Insomma, il coinvolgimento fu veramente totale, e il successo clamoroso! Il nome originalissimo  scelto fu: “MARCIA DEL GELATO” la nostra azienda offrì a tutti i partecipanti un assaggio dei suoi prodotti: era il 1980  ed i partecipanti  furono piu’ di 600.

Da allora, e ancora  per molti anni, partecipammo  e organizzammo questo tipo di manifestazione.

Si superarono le 10 edizioni e si superarono anche i mille partecipanti coinvolgendo scuole e circoli con grande soddisfazione dei partecipanti, che ormai  conosciuto l’impegno e i mezzi profusi arrivavano anche da lontano.

Poi, senza sapere come e perché, tutto finì e il gruppo si sciolse. Eppure l’odore dell’erba appena tagliata, la vista dei fiori colorati, il rumore di un ruscello, la brezza del vento, il tepore del sole di primo mattino, l’ansimare nostro e di chi ci stava vicino, il chiacchierio di chi nemmeno sotto sforzo  non riusciva a non parlare, la sensazione  di scaricare le tensioni e il senso di benessere  ci sono rimasti dentro…

E allora perché non riprendere a correre?

Non ci sono Commenti

Pubblica un commento