L’inaugurazione

L’inaugurazione

Correva l’anno 1964, era il mese di giugno, e stava per essere inaugurato il nuovo stabilimento in via Bernini. L’azienda  aveva da poco tempo mutato la ragione sociale da I.G.E.A. di A.Marchi  e C. in TANARA S.p.A.; gli ambienti in via Marchesi (la laterale che congiunge via Gramsci con via Piacenza) che ospitavano magazzini, produzione, celle ed una parte degli uffici, erano precari e oramai del tutto insufficienti a fronteggiare i piani di sviluppo voluti dalla proprietà.

Grande era in tutti i dipendenti l’attesa per la nuova sede che concretizzava le speranze di un futuro di lavoro in consolidamento ed espansione.

Anche negli amministratori-proprietari (il sig. Antonio Marchi ed il fratello Dr. Virginio Marchi ed inoltre il sig. Giovanni Tanara, azionista minoritario, figlio e continuatore della tradizione gelatiera familiare) era evidente una grande agitazione.

In particolare il comportamento del sig. Antonio (come comunemente veniva chiamato) era assai concitato: comprensibilmente c’è da dire considerato il suo grosso impegno nella società, la sua responsabilità diretta nella realizzazione dell’investimento, ed anche tenuto conto del suo carattere piu’ impaziente e nervoso  rispetto al fratello.

Dunque l’inaugurazione: il sig. Antonio per il fatidico giorno aveva fatto circolare la voce che l’avvenimento avrebbe avuto risonanza del telegiornale della sera ed allo scopo aveva tra gli inusitati spazi di cui godevano vecchi e piu’ recenti macchinari.

Il nuovo mezzo di comunicazione, nato da dieci anni appena, che nella sua veste nazionale si interessava alla nostra vicenda locale era particolarmente stuzzicante, ed apparentemente non spiegabile.

In realtà (ed è qui doverosa una precisazione) all’interno dell’azienda  si sapeva che il sig. Antonio aveva conoscenze a Roma per frequentazioni culturali, ed in particolare per aver diretto un film “Donne e Soldati” che, se non di successo, fu perlomeno antesignano, come poi riconosciuto dalla critica, del filone “Brancaleone”…

Tornando alla questione , la quindicina di dipendenti  attorno alle diciannove erano quindi in eccitata attesa con gli occhi fissi allo schermo televisivo, mentre il sig. Antonio sembrava  indaffarato nei paraggi.

Arrivo’ il notiziario, passarono via via i fatti, le cronache: nulla che riguardasse il nuovo insediamento, i gelati, o piu’ in generale Parma!

Si attese anche il secondo telegiornale che veniva trasmesso un’ora dopo… ma come oramai si puo’ immaginare nulla passo’ di quanto atteso.

Il rammarico fu grande, ovviamente, non ci furono spiegazioni, ma dopo quella piccola delusione di cammino ne è stato fatto, con alti e bassi e con alterne vicende da quel primo passaggio che trasformava  una impresa poco piu’ che artigianale in una azienda indirizzata  ad altre dimensioni e collocazioni.

 

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