01 Mar Via Bernini ieri ed oggi
Non so perché anche ripensandoci a volte, la prima cosa che mi viene in mente ripercorrendo i percorsi della memoria legati alle mie esperienze giovanili, di università, di lavoro, di politica, di amore e quant’altro, è quell’odore di antica latteria che sentivo nell’entrare in fabbrica che mi è rimasto dentro. Un profumo antico legato alalà modernità dell’epoca, alle mie prime timbrature del cartellino, ai cuscinetti dei nastri che giravano velocissimi al passaggio delle scatole.
Eccomi lì, davanti a quel nastro a scegliere una qualità di gelato o forse due o tre e disporle sul bancale: Concertino, Cono Yummi, Paciugo…, la mia inadeguatezza nei primi giorni di un primo vero lavoro in fabbrica. Ricordo molto bene alcuni dei miei compagni “di linea. Scatta subito la solidarietà, l’aiuto dei compagni, del capo, vengo spostato verso la fine della linea dove le qualità da scegliere erano ormai ridotte e l’ansia di sbagliare minima.
Ripensando a quei momenti, a quelle giornate, all’estate che oramai entrava prepotentemente anche in fabbrica mi vengono in mente tutte quelle figure umane: si sentiva parlare di tutte le facoltà universitarie così come di vicende familiari o sportive in quel dialetto, a me venuto dal Sud, allora incomprensibile.
Così tra lavoro ed amicizie e tra le tante chiacchiere fatte durante le pause maturava la mia esperienza, la mia prima vera esperienza in fabbrica. Altrettanto forte è il ricordo degli stipendi, per me erano tanti i soldi e ci potevo far tutto: tasse universitarie, qualche viaggio, si offriva spesso la pizza alla “morosa”, e poi un primo regalo “vero” a mia madre.
Poi la fine del lavoro, l’autunno, gli inverni, le estati… la vita che è andata avanti. Ma la fabbrica era sempre lì.
Chi l’avrebbe detto che dopo quasi trent’anni sarei tornato in quella fabbrica?. Ero chiamato per l’Istituzione che rappresento a mediare l’andamento lavorativo di soggetti disabili inseriti all’interno dell’azienda. Nell’entrare,alla mia sinistra, una vetrinetta “storica” con le qualità di gelato che mi erano passate tra le mani e poi i colloqui con il ragioniere Grassani Mario punto di riferimento di allora e di oggi. Dicono che nelle esperienze quotidiane essere confortati da piacevoli ricordi giovanili renda i rapporti piu’ belli, meno pesanti, piu’ agevoli, insomma si lavora meglio. Così è stato nei miei rapporti recenti: sintetizzerei tutta questa esperienza con questa frase: una solidarietà vecchia “ritrovata”. Certo che ne sono cambiate di cose in questi 30 anni ma non so perché mi piacerebbe ancora una volta in una magica sera d’estate poter offrire alla mia “morosa” un “Concertino” o meglio un “Paciugo” e orgogliosamente dire : “vedi? Ti piace?questo lo facciamo noi!”
di Paolo Camaioni
Educatore inserimenti lavorativi
Soggetti disabili del Comune di Parma
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